Amantea per Melito Porto Salvo

«Amantea non si nasconde». Il pensiero del vice sindaco, Giovanni Battista Morelli, è quanto mai chiaro. Quanto accaduto a Melito Porto Salvo deve rappresentare un monito per ogni amministratore. Il silenzio uccide come la più violenta delle armi ecco perché non è possibile fare finta di niente. Il pensiero, ovviamente, corre al racconto straziante di una giovane donna che ha dovuto subire non solo la violenza fisica di bestie sconosciute, ma anche quella sociale di una comunità che, almeno in questa situazione, ha anteposto la vergogna alla reazione.

«La storia terribile della bambina abusata – evidenzia Morelli – assomiglia, nella crudeltà, alle immagini di quelle donne che vengono lapidate, scagliando contro di esse non solo le pietre, ma anche il pregiudizio. Tutto ciò è avvenuto in Calabria ed ha visto come protagonista l’intoccabilità ‘ndranghetista, racchiusa in una semplice frase “se l’è andata a cercare”. Non è questa la Calabria che vogliamo, che proponiamo ai nostri figli. Fortunatamente la nostra regione è anche altro, ma occorre evidenziarlo e ribadirlo, perché la disumanità di pochi non sia la vergogna di tutti. Dobbiamo dimostrare a noi stessi che esiste una realtà che combatte la violenza in tutte le sue forme, che si indigna, piange e urla. Ecco perché ci riconosciamo nell’iniziativa voluta dal presidente Mario Oliverio. Il prossimo 21 ottobre vogliamo essere presenti a Melito, con la nostra carica di rabbia e tristezza, per dire no alla pseudo-cultura mafiosa che produce solo violenza e annienta le persone. Ma è importante che alla manifestazione regionale non siano presenti solo le amministrazioni. Rivolgo dunque un invito ai cittadini di Amantea, alle associazioni, ai comitati e a tutti coloro che vivono il quotidiano nel senso profondo del rispetto. È nostro compito, tutti insieme, dimostrare che la Calabria e Melito Porto Salvo sono l’incarnazione dell’impegno civile, del calore umano e dell’onestà».