
La Suprema Corte di Cassazione, con una recentissima ordinanza dello scorso settembre, ha ribadito la necessità di verifiche periodiche sugli apparecchi autovelox.
La questione non è di poco conto! Già la Corte Costituzionale con una precedente sentenza, richiamata dagli “ermellini”, aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 45, comma 6, del Codice della Strada (D.lgs. 30 aprile 1992, n. 285), ”nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura”.
Ed infatti, qualsiasi strumento di misura elettronico, chiariva la Consulta, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi esterni (urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione). E’ stata definita una tendenza disfunzionale naturale, direttamente proporzionata all’elemento temporale, che incide inevitabilmente sui valori misurati; ecco perchè le verifiche periodiche di funzionamento e di taratura sono necessarie al fine di non pregiudicare l’affidabilità metrologica.
In ragione di ciò, gli Enti che utilizzano tali apparecchiature devono effettuare la taratura periodica delle predette e fornire idonea documentazione probatoria in tal senso. In mancanza la multa è certamente annullabile.