Per il quinto anno consecutivo anche per l’estate 2016 l’associazione Teatrale Culturale “La Ginestra” di Belmonte Calabro ha presentato l’ormai consueto concorso fotografico “Scatto matto”, che ha come prerogativa quella di scegliere per ogni edizione un tema diverso, premiando i primi tre classificati.
Dopo le prime edizioni con tema rispettivamente: “Belmonte: il paese della meraviglie”, “Belmonte: l’incompiuto, il dimenticato, il nascosto”, “Belmonte: Sorgenti, fonti e fontane, chiare fresche e dolci acque”, “Belmonte: cancelli, portoni e finestre” ecco quest’anno il tema obbligato “Belmonte: Sacro e Profano”, questo il topic della V edizione, che ha visto la partecipazione di appassionati di fotografia i quali hanno presentato la loro personale interpretazione del tema con ben tre foto a testa.
A valutare le foto una giuria non di poco conto: a visionare e giudicare gli scatti c’erano i fotografi Alberto Mannarino, Tiziano Grillo e Umberto Sdao, e la designer Mariateresa De Luca, che dopo un’attenta valutazione hanno proclamato i vincitori, nella splendida cornice della mostra collettiva che ha racchiuso tutte e cinque le edizioni.
Al primo posto lo scatto dal titolo “Damme fortuna e jettame a mare”, di Pierpaolo Gelsomino di Castrolibero, scelta dalla giuria da un punto di vista della costruzione del tema. «Non scatto istantaneo dunque ma scenografia studiata, sapendone cogliere il tema e l’inquadratura» si legge in una nota della giuria. Per lui una Reflex Canon del valore di 500 euro.
Ad aggiudicarsi il secondo premio di 100 euro il nostro redattore di eCity Settimio Martire di Fiumefreddo, che con la sua “Eterno Riposo” «ha saputo racchiudere una storia, dove l’occhio passa e fotografa in un istante senza nessuna costruzione».
Terzo posto e premio di 50 euro invece per Paolo Miraglia di Amantea con “Fede 2.0” «dove si coglie la profanazione non della chiesa di fondo, ma nella tecnologia che distoglie dall’innocenza e dal gioco».
Le foto sono state esposte domenica 21 presso il palazzo di via Kennedy a Belmonte, dove sono rimaste per l’intero pomeriggio, dando così l’opportunità ai presenti di fare un tuffo tra i creativi modi di intendere e rappresentare la religione protagonisti degli scatti, contrapposti alla profanazione, naturale, costruita o semplicemente simbolica, rappresentata nelle foto stesse.