
All’interno di Palazzo Lombardia, il grattacielo che dal 2011 ospita la Giunta Regionale della Lombardia, sono esposte in maniera permanente una serie di opere di Salvatore Fiume. Alcune si possono ammirare dall’esterno del palazzo, come la scultura Cavallo e Cavaliere posizionata all’ingresso N4, altre invece solo in occasioni particolari, come le aperture dell’auditorium Giovanni Testori, nel cui foyer trovano spazio 3 grandi opere del maestro.
Ma l’aerea più suggestiva dell’intero complesso è rappresentata dallo SPAZIO FIUME, area museale collocata al primo piano del corpo basso, nel foyer della Sala Marco Biagi inaugurata il 23 ottobre del 2012, giorno in cui Fiume avrebbe compiuto 97 anni. Si tratta di una collezione di 13 opere donate alla Regione Lombardia da Laura e Luciano Fiume, figli del compianto artista. Le opere, alcune di notevole dimensione ripercorrono quasi tutte le fasi del maestro. Autoritratto nell’atelier (1985) è l’opera che da il benvenuto ai visitatori: nel dipinto Fiume raffigura se stesso nel suo studio mentre si accinge a ritrarre una modella. Appoggiate alle pareti, si vedono due sue grandi tele che riprendono il tema dell’Isola di statue.
Glorie d’Italia del 1989 è l’opera più grande della collezione esposta. Olio su tela, misura cm 710 x 318 cm ed è un omaggio al genio italiano attraverso la rappresentazione di moltissimi protagonisti della sua storia, (alcuni riconoscibili in primo piano come Dante, Raffaello, Michelangelo e Garibaldi). Dietro di essi si estende una immensa folla di personaggi illustri, non identificabili, i cui nomi sono elencati in una scritta fittissima sul bordo inferiore dell’opera.
Formatosi alla grande scuola dei ritrattisti del Cinquecento, grande ammiratore di Goya (di cui è presente l’opera Omaggio a Goya –1960), Fiume fin da giovanissimo ha realizzato, disegnando prima, e dipingendo poi, molti ritratti di familiari e di amici, di personaggi storici e di figure eminenti della cultura e dello spettacolo. Nello spazio di Palazzo Lombardia è possibile ammirare Ritratto del figlio Luciano (1981) e A casa di Laura (1987) dedicati rispettivamente ai figli Luciano e Laura.
Non manca la scultura, rappresentata dall’opera Licisca del 1976, alta 190 cm con cui Fiume modellò nel bronzo il suo ideale estetico femminile, ripreso successivamente in La ragazza del surf collocata negli anni novanta presso Largo Torretta a Fiumefreddo Bruzio (CS).
Ed alla Calabria ed in particolare a Fiumefreddo è dedicato anche il pannello che celebra i dipinti negli spazi pubblici sparsi per il mondo. Di fianco alle pitture rupestri in Etiopia, ecco apparire il Castello della Valle di Fiumefreddo Bruzio con il primo ciclo di pitture murali effettuate nel 1975 e ’76. Una testimonianza quasi unica e preziosa del genio del maestro siciliano che dipinse tredici pareti del maniero, all’epoca ancora diroccato ed inaccessibile, raccontando storie della vita castellana nel medioevo (L’arrivo del sarto a corte, L’ultimo bacio all’amata del guerriero che sta partendo per la guerra), di una bellissima schiava calabrese resa prigioniera dai Turchi (Un trombettiere suona la tromba per dare la sveglia ad una giovane donna) e altre scene ispirate alle invasioni saracene costellavano le pareti interne ed esterne del Castello. Ormai di quegli affreschi resta solo memoria in qualche cartolina, nei libri ed in questo importante pannello a ricordo di quel ciclo, nel maniero in cui nel 1996 tornò a realizzare, in soli 3 giorni, “La stanza dei desideri”.
Articolo e foto di Settimio Martire