L’incontro formativo ed informativo che la Ergo Wind, l’azienda pesarese leader nella produzione di impianti eolici, ha organizzato nei giorni scorsi a Paestum in provincia di Salerno, non solo ha rappresentato un momento di convergenza tra gli attori chiamati a gestire nei prossimi anni la generazione di energie rinnovabili, ma ha consentito soprattutto di programmare il futuro dal punto di vista degli interventi, facendo leva sia sugli aspetti emozionali come la salvaguardia dell’ambiente, sia per quelli connessi agli investimenti. Dal punto di vista storico, infatti, lo scenario è destinato a mutare: tra poco verranno meno gli incentivi dello Stato che, fino a questo momento, hanno agevolato lo sviluppo del mercato ed il formarsi di una coscienza “green”. Adesso la nuova sfida viaggia su due diverse direttrici: tecnologia e accessibilità. L’Italia, è non certamente questa una circostanza che oggi si manifesta in tutti i propri effetti, grazie alla morfologia del proprio territorio è in grado di ampliare il “tesoretto” di rinnovabili che, a dire il vero, è in costante aumento da alcuni anni a questa parte. Le risoluzioni prospettate dagli esperti che hanno preso parte a “Paestum 2017” hanno messo in luce uno scenario ottimistico se il cammino verrà istradato in maniera chiara e precisa. Sul fronte economico i componenti del team Ergo Wind, formato da Katia, Michele e Francesco Belfiore, concordano sulla necessità che i clienti possano rientrare del capitale investito con “una tempistica che si avvicini il più possibile a quella attuale, nonostante la riduzione dell’incentivo impatti per il 30 percento, con la tariffa corrente a 0,268”. «Per fare in modo che ciò si avveri – hanno spiegato i tre tecnici – serve un impegno congiunto tra operatori e utenti finali, con particolare riguardo al mondo dell’impresa. Un ammortamento in dieci anni consente di raddoppiare i benefici ottenuti in appena un ventennio. L’obiettivo è ridurre ulteriormente questo valore soglia a circa otto anni: una rivoluzione per colmare il fabbisogno energetico in maniera autonoma».
Anche la relazione di Renato Ricci, docente dell’Università Politecnica delle Marche, ha introdotto alcuni importanti elementi di riflessione. La crescita della produzione delle rinnovabili in Italia è legata in primis all’individuazione della “portata” degli impianti e soprattutto alla loro relativa certificazione. «Ai fini della normativa internazionale – spiega lo stesso Ricci – esistono due taglie di turbine eoliche ad asse orizzontale: le macchine che presentano un diametro rotore inferiore o uguale a 15,95 metri e quelle che superano tale misura, a prescindere dalla potenza erogata dalla macchina. Quelle appartenenti al primo gruppo seguono le indicazioni dell’International Electrotechnical Commission 61400-2; quelle del secondo lo standard IEC 61400-1. Estendondo a queste ultime la certificazione IEC 61400-2 si creerebbero le condizioni più favorevoli per incidere nel settore per come si dovrebbe. Questo passo dovrebbe poi accompagnarsi ad una progettualità accurata e a campagne anemometriche di qualità». Nel discorso illustrato da Ricci si pone in evidenza la perfetta coincidenza di intenti tra la realizzazione industriale, la collocazione sul territorio ed il rientro degli investimenti. Una visione condivisa da Ergo Wind.
Ergo Wind, del resto, deve il suo successo aziendale agli investimenti continui nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative. Il “core business” è rappresentato dalle turbine mini eoliche da 20 a 60 Kw, ideate e realizzate presso gli stabilimenti di Pesaro, grazie anche alla preziosa collaborazione di atenei e di importanti realtà produttive italiane ed europee.