
Per noi studenti del Fermi, varcare il cancello di via Isnardi, era come fare un salto di livello, il passaggio da novellino a maturo. L’inizio di una nuova era, di un nuovo vissuto. Ed è stato così per tanti anni. Anni in cui il nostro liceo era diventato “la casa” di noi giovani studenti alla ricerca di un futuro. Studenti pronti a fare grandi sacrifici pur di poter far parte della storia di questo liceo. Perché la scuola, senza gli studenti, sarebbe come un corpo senza cuore. E il cuore, si sa, è il motore di tutto. Ed è quello che stiamo mettendo noi in questi giorni, nella riconquista della nostra scuola, nella riconquista dei nostri diritti. E credo sia raro trovare degli studenti così agguerriti, così volenterosi nel difendere l’unione della loro scuola. Speriamo, infatti, di essere un esempio da ammirare e da imitare. Un segnale forte che noi, nuove generazioni, ci siamo e ci vogliamo essere anche se questo costa,d’altronde, subire e soffrire.
«Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena di vivere» ha detto Che Guevara. Noi, al contrario delle dicerie popolari, viviamo per la scuola, amiamo la nostra scuola ed è veramente ineccepibile vederla abbattere senza aver minimamente lottato per lei. Stiamo vivendo un momento davvero turbolento perché facciamo fatica a vedere la nostra scuola sgretolarsi per colpa dei controlli eseguiti con poca attenzione. Una tragedia che ci vede coinvolti in un vero ciclone ma a cui noi stiamo provando a dare una svolta positiva. Ed è un orgoglio vedere me e i miei compagni così uniti nella nostra battaglia. Chiediamo che venga trovato un plesso che accolga, momentaneamente,il triennio del Fermi, nell’attesa di quello definitivo. Chiediamo l’unione della famiglia, chiediamo che noi quinti possiamo vivere il nostro ultimo anno insieme, abbracciando i dolori e condividendo la felicità, chiediamo di poter aiutare i più piccoli nel loro percorso di crescita. Questo è impossibile se siamo divisi in scuole diverse. Ma non importa se questo accada nel plesso più bello del mondo o in un casale abbandonato, vogliamo che questo accada per scrivere una nuova pagina di storia del nostro Liceo scientifico “Enrico Fermi”. Vogliamo che il Fermi continui ad essere, con i suoi banchi, con i suoi professori, con il personale ata, con le gioie e i dolori, “la casa sull’albero” di tutti noi ragazzi cosentini. Il posto felice dove rifugiarsi e vivere.
“Noi non ci FERMIamo” questo è il grido di battaglia che stiamo urlando con tutta la nostra forza in questi giorni. E noi non ci fermeremo mai.
Articolo e foto di Alessandra Caruso