
Ieri 5 luglio 2017 si è tenuto il funerale di Paolo Villaggio. La bara di legno chiaro di Paolo Villaggio è stata trasportata in Campidoglio, per la Camera ardente, nella sala della Protomoteca per dare l’opportunità ad amici e parenti di rivolgergli l’ultimo saluto.
«Tutto questo gli sarebbe piaciuto, ne sarebbe felicissimo» ha detto ai cronisti Pierfrancesco, figlio di Paolo Villaggio, arrivando alla camera ardente del padre. «Lui mi ha sempre detto: la vera sfortuna sarebbe morire durante i mondiali perché non mi si fila nessuno».
Un cartoncino ritagliato a forma di nuvola, quella che perseguitava Fantozzi, con la scritta «lassù non pioverà più» posata sulla bara, qualche maglia della Sampdoria e centinaia di persone composte e silenziose per un senso di rispetto verso la famiglia hanno fatto da cornice a questo triste quadro.
A rivolgergli l’estremo saluto il regista premio Oscar, Paolo Sorrentino, Neri Parenti, regista di molte pellicole di Villaggio, l’attore Enrico Montesano, Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Virginia Raggi, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, Giorgia Meloni e l’assessore alla Cultura Ilaria Cavo.
«Un grande intellettuale. Naturalmente tutti noi lo ricordiamo per le grandi interpretazioni di Fantozzi ma in realtà Villaggio è stato molte cose e si può definire veramente un grande intellettuale» spiega il ministro della Cultura Dario Franceschini e continua «La maschera di Fantozzi è sempre attuale, basta rivedere un film e si capisce che è attualissima», ha proseguito il ministro, che, alla domanda su quale sia il suo film di Villaggio preferito, ha risposto «il primo Fantozzi».
«A differenza nostra che eravamo più cialtroni lui era più intellettuale, aveva più studi, esperienza di partiti, di politica. Ho tanti ricordi, vista la stazza sua e la mia ci sono tanti ricordi di cibo, si rischiava di tutto. Io ne ho fatto di casini ma lui mi superava di gran lunga» ha ricordato Lino Banfi commosso «Lascerà un segno indelebile nel mondo del cinema – ha aggiunto l’attore – Devo dire che non è mai stato invidioso dei colleghi, era felice quando qualche collega faceva un film comico che faceva ridere».
Intorno alle 18 è avvenuta la cerimonia laica alla Casa del Cinema la quale è stata aperta dalle note delle due canzoni scritte a quattro mani assieme a Fabrizio De Andrè, «Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poiters» e «Il Fannullone», dopodiché in sequenza sono state trasmesse la registrazione audio di alcuni sketch più famosi dei film di Fantozzi.
La moglie dell’attore, Maura, in camicia e pantaloni bianchi, distrutta dalla perdita del suo compagno di vita, è rimasta accasciata su una sedia. Schiantata dal dolore, vicino a Paolo Fresco compagno di scuola e amico storico, che le cingeva teneramente le spalle con un braccio.
In platea i figli Pierfrancesco ed Elisabetta, e centinaia di persone: tra loro l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni, i registi Ricky Tognazzi (autore di un lungo e sentito ricordo) e Lina Werthmuller, e poi artisti tra cui Massimo Boldi, Renzo Arbore e Milena Vukotic.
Infine alle 21.30 si è passati alla volta della proiezione del film “Fantozzi” di Luciano Salce del 1976, preceduto da un contributo video dello stesso Villaggio.
L’attore ha deciso si essere sepolto al piccolo cimitero di Sori, alle porte di Genova, vicino ai genitori, di fronte al mare, in quella terra dove non viveva più da molto, avendo scelto Roma come sua città di residenza, ma che ha sempre avuto nel cuore.
Articolo di Alessandra Caruso