Si è conclusa da qualche giorno presso Fieramilanocity la Borsa Internazionale del Turismo, manifestazione che unisce domanda ed offerta del comparto turistico internazionale. Una tre giorni che quest’anno ha riunito 2550 esponenti accreditati dei media italiani ed internazionali, 500 travel blogger, 1500 top buyer e circa 50.000 visitatori complessivi.
La Regione Calabria crede moltissimo in questa manifestazione, lo dimostra il fatto che al taglio del nastro oltre al sindaco di Milano Giuseppe Sala ed il sottosegretario del MiBACT On. Dorina Bianchi c’era in prima fila il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.
La collocazione dello stand calabrese all’interno dell’area espositiva era strategica: tappa obbligata per ogni visitatore in quanto posizionato vicino l’accesso principale. Gli oltre 500 metri quadri dell’area espositiva calabrese hanno accolto i visitatori tra gigantografie dei Bronzi di Riace, di Scilla, Roseto Capo Spulico, della Sila e delle spiagge incontaminate della Costa degli Dei. Una sala stampa per le pompose conferenze e un’area matching con 70 operatori turistici provenienti da tutte e cinque le provincie completavano il quadro.
Ma una vetrina importante come quella della BIT agli occhi del visitatore desta stupore e curiosità ma per gli addetti ai lavori è un dejavù. Già perché a partire dall’allestimento scenografico dello stand, ormai è invariato da diversi anni, allo slogan “FOLLOW YOUR INSTINCT, FLY TO CALABRIA”, è tutto un programma trito e ritrito, che non viaggia di pari passo con i trend di mercato.
Del resto bastava voltare l’angolo per comprendere come le altre regioni italiane intendono il turismo: il Molise ha puntato molto sulla tecnologia in realtà virtuale e su immagini spettacolari a 360 gradi, la Puglia ha investito sul social (#WeAreInPuglia) oltre ad aver stretto accordi con la Lombardia per un programma di sviluppo comune da realizzarsi nei prossimi due anni (#doubleyourjourney). L’Emilia Romagna ha scelto la Via Emilia per offrire pacchetti diversificati per Food, Motor e Wellness, la Sicilia ha puntato su spettacolari riprese aeree ai numerosi siti UNESCO di cui dispone ed alla tradizione dei pupari.
Ogni stand presente alla BIT aveva quindi un sito web di riferimento, un hashtag contestualizzato o qualcosa che avesse a che fare con la tecnologia ed il social. La Regione Calabria invece sotto questo aspetto era completamente fuori tempo, anzi rispetto al passato era sparito ogni riferimento al sito internet turistico ufficiale, così come la possibilità di rendersi appetibili ad un pubblico giovane e sempre attento alle novità. Un po’ come andare al salone dell’auto presentando una carrozza trainata da cavalli.
La percezione avuta è che la Calabria per quanti sforzi abbia posto in essere per presentarsi al grande pubblico della BIT 2018 si sia fermata solo all’apparenza, senza tener conto del concreto agire dei turisti e dei buyer, senza tener conto di come si muove il mercato e soprattutto delle potenzialità offerte dagli altri competitor, nazionali ed internazionali.
E se il claim di uno dei tanti opuscoli presenti sul desk calabrese recitava “Caraibi? No CALABRIA!” fa strano pensare che finanche l’isola di Anguilla (nei Caraibi orientali appunto) col suo piccolo stand dava informazioni molto più esaustive ed a passo con i tempi. Al di la delle singole iniziative dei privati, alcune orientate proprio all’ambito tech (vedi Vitiscosenza), quello che ancora manca è una strategia di comunicazione convincente, magari anche un assessore al ramo, ma soprattutto fare rete, con una visione a medio e lungo termine. Solo allora forse riusciremo ad incanalare i giusti flussi turistici e guadagnarci la giusta vetrina alla Borsa Internazionale del Turismo e ad altri importanti eventi di settore.
Articolo di Settimio Martire