MA CHE ANSIA QUESTO ESAME DI MATURITÀ

Frase ricorrente sulla bocca dei nostri maturandi, ma perché sono così in ansia, hanno trascorso 200 giorni a scuola per prepararsi a questo fatidico giorno.

L’ansia ha sicuramente non solo un effetto negativo ma può anche essere positiva, rappresenta un meccanismo di allerta che ci consente di difenderci dai pericoli interni e/o esterni conosciuti o sconosciuti.

Alcuni esempi possono essere, lo stato emozionale alla vigilia di un primo appuntamento o di un incontro importante, di una competizione sportiva o di una discussione ufficiale, come, per la tesi di laurea. Spesso, quando si guarda alla propria vita retrospettivamente, i ricordi più belli sono proprio legati a stati di “dolce tensione”, spia, in qualche modo, di un totale coinvolgimento sentimentale col momento in questione.

E forse proprio, questo messaggio, oggi con la traccia “Elogio dell’imperfezione” di Rita Levi Montalcini, si vuole offrire ai giovani, la possibilità di avere la capacità di trasformare le loro imperfezioni in valori, di credere che possono sempre farcela a realizzare i loro sogni, solo sapendo essere resilienti e sapendosi rialzare o superare ogni volta che incontrano un ostacolo.

Abbiamo tanti esempi di donne e di uomini, in tutti i campi, che da un insuccesso, da un fallimento hanno tratto insegnamento e ne hanno fatto il loro successo.

Ma ritorniamo a parlare dei nostri maturandi, noi scuola e noi famiglia quanto ci impegniamo a dare l’esempio della nostra Montalcini? Spesso noi genitori siamo soffocati dal voler trasmettere ai nostri figli l’insegnamento che devono farcela a tutti i costi senza però dargli indicazioni di come e cosa devono leggere in loro stessi, siamo sopraffatti dal dover correre, e, ancora forse, non siamo soddisfatti dai successi raggiunti, (dimentichiamo che è già un successo essere genitore), abbiamo dimenticato cosa vuol dire fermarsi, ascoltare, essere empatici. Non tutti è chiaro, ma molti, siamo anche noi figli del nostro tempo.

E la scuola, i nostri insegnanti che volendo o nolendo lasciano traccia indelebile? Cosa fanno per insegnare ai loro studenti che al successo formativo si può arrivare? 200 giorni di scuola per insegnarlo, ma se facciamo una semplice moltiplicazione in 13 anni di scuola le ore sono molte, molte di più, perché non ci impegniamo a far si che quell’ansia negativa che tutti i nostri studenti vivono, provano, si trasformi in ansia positiva e perché non gli insegniamo che da un fallimento ci si può rialzare e raggiungere il successo? Noi…; “docenti” abbiamo questa funzione, dobbiamo provarci, abbiamo l’obbligo di offrirgli la mano ed aiutarli a rialzarsi, siamo lì tutti i giorni per le nostre 200 ore, per insegnargli a vivere attraverso le nostre discipline, e attraverso le nostre materie possono cogliere il messaggio di far della loro vita il loro grande successo…, hanno tanti esempi e forse anche un pò noi potremmo essere un esempio. Ricordiamolo…

Questa traccia avrei voluto poterla svolgere io, al mio esame di maturità.

L.C.