Si è da poco conclusa a Milano la settimana della moda, prêt-à-porter collezioni uomo – donna Primavera/Estate 2021.
Ci eravamo lasciati a Febbraio, con il blocco imposto dal lockdown che ha dirottato inevitabilmente la kermesse di giugno/luglio (collezioni uomo NDR) in formato solamente digitale, per arrivare ad una ritrovata forma “live” sebbene in versione ridotta rispetto al passato.
La Milano Fashion Week 2020 che ha avuto luogo a Milano dal 22 al 28 settembre 2020 con circa 160 eventi, ha previsto 64 sfilate, di cui solo 23 in presenza ed il resto in formato digitale. Una versione “Phygital” un ibrido tra il mondo digitale e quello fisico, in cui poter testare sia le collezioni del futuro sia le modalità di interconnessione con il complesso mondo del fashion. Già perché la moda è un ecosistema complesso che tocca tutti e cinque i sensi e, per quanta innovazione si possa mettere in campo, gli stilisti sanno bene che l’alchimia di un abito si innesca sulla pelle.
Si è trattato quindi di un’edizione davvero insolita e singolare, in primis quello che ha colpito della città di Milano in mood Fashion Week 2020 è stata la mancanza di buyer internazionali oltre al solito colorato circo che accompagna ogni “prima” delle maison più importanti, ridotto questa volta ad un mesto gruppo di instancabili con la targhetta “Made in Italy” appiccicata sopra la mascherina, rigorosamente su. Sarà stato anche il tempo metereologico, non particolarmente favorevole durante l’inizio settimana ma che successivamente ha lasciato spazio al sole nel corso del weekend.
“Nell’anno del Covid, la moda sta dimostrando, nonostante le mille difficoltà, molto cuore, grande forza ed unità – ha commentato in fase di apertura della kermesse il Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa -. È l’anno in cui i grandi brand, stanno rispondendo in maniera esemplare alle necessità della nostra industria e delle persone. Abbiamo lavorato per presentare una Fashion week che rispetti tutte le norme di sicurezza e sia in adempimento alle norme governative e alle ordinanze regionali. In questo momento stiamo cercando di dare un messaggio di grande positività con tanti appuntamenti sia fisici che digitali. La nostra piattaforma – continua – che è nata come risposta al distanziamento sociale e alla difficoltà di viaggiare imposta dalla situazione sanitaria mondiale, rimane anche in questa edizione uno strumento imprescindibile, funzionale e creativo progettato per amplificare in tutto il mondo la settimana della moda di Milano. È doveroso un ringraziamento al Comune di Milano, a ICE Agenzia, al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e a Confartigianato Imprese per l’importante supporto e la proficua collaborazione”.
Ed infatti la grande macchina organizzatrice della Milano Fashion Week ha lavorato in maniera ineccepibile per rendere memorabile ed unica questa edizione.
Immancabile come ogni anno il Fashion Hub, quartier generale della kermesse, anche quest’anno ospitato nei locali del Museo della Permanente di Via Turati.
L’undicesima edizione del Fashion Hub Market, ha visto protagonisti sette brand emergenti: Gentile Catone, Salvatore Vignola, DassùYAmoroso, Daniele Carlotta, Roni Studios, C’est la V, Francesca Marchisio, oltre all’isola BUDAPEST SELECT, con cinque designers ungheresi rappresentati da: Kata Szegedi, Mero, Nini, Thefour, Zia Budapest e sei Designers for the planet ovvero: Fantabody, Flavialarocca, Tiziano Guardini, Bav Tailor, Yatay, Silvia Giovanardi.
Infine, per l’intera settimana della moda è stato possibile visitare la mostra “Memos. A proposito della Moda in questo Millennio”, inaugurata a febbraio 2020 presso il Museo Poldi Pezzoli, realizzata da CNMI in collaborazione con Museo Poldi Pezzoli, il supporto Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di ICE Agenzia e del Comune di Milano.
Articolo e foto di Settimio Martire