Il Consiglio dei Ministri nel dare attuazione alla direttiva europea 2016/943 ha recentemente approvato, in esame definitivo, il decreto legislativo sulla protezione del know how e delle informazioni commerciali riservate.
Detto decreto oltre ad ampliare il divieto di acquisire, rilevare o utilizzare in modo abusivo informazioni ed esperienze aziendali, fatto salvo il caso in cui queste siano state conseguite in modo indipendente, prevede anche misure sanzionatorie penali ed amministrative efficaci, proporzionate e dissuasive.
In particolare il nuovo testo normativo è intervenuto sull’art. 623 del codice penale (rivelazione di segreti scientifici o industriali), prevedendo la pena della reclusione fino a due anni per chiunque, avendo acquisito in modo abusivo segreti commerciali, li rivela o li impiega a proprio o altrui profitto.
L’approvazione di tale provvedimento mira, per come precisato in un comunicato stampa del CdM, a garantire l’adeguamento della normativa italiana alla direttiva europea.
Nel corpo della direttiva si legge infatti che le imprese sono sempre più esposte a pratiche fraudolente, per tale motivo è stato necessario definire a livello di Unione norme intese a ravvicinare le legislazioni degli Stati membri in modo da garantire azioni civili riparatorie sufficienti e coerenti nel mercato interno in caso di acquisizione, utilizzo o divulgazione illeciti di un segreto commerciale, senza tuttavia limitare l’esercizio della libertà di espressone e di informazione.
Ciò al fine di garantire una maggiore tutela e competitività delle imprese.