Perché tutta questa violenza sulle donne?
È una domanda che quotidianamente viene riportata sui media ma a cui è veramente difficile dare una risposta. Negli ultimi anni la percentuale della violenza sulle donne in Italia è cresciuta notevolmente. I dati parlano chiaro, tra il 2015-2016 ci sono stati più di 150 casi di femminicidio.
A molte di loro è stata graffiata la vita mentre ad altre, è stata completamente tolta.
In occasione del 25 novembre, giornata internazionale della violenza sulle donne, è stato mandato in onda su Rai 1, il film “io ci sono”in cui è stata raccontata la storia di Lucia Annibali,interpretata da Cristiana Capotondi, una ragazza sfregiata dall’acido per mano di un uomo meschino e crudele.
Lucia Annibali, avvocato di prestigio, incontra Luca Varani,avvocato anche lui, durante un processo in tribunale.
Un uomo con un passato torbido all’interno del mondo della droga per questo,fin da subito, il suo rapporto con Lucia si mostra conflittuale, difficile, instabile e possessivo.
Nonostante ciò Lucia gli concede più possibilità accogliendolo a casa sua e dandogli una copia delle chiavi.
Ma la sua possessione non muta.
Luca le controlla il cellulare arrivando perfino a picchiarla per un eccesso di gelosia.
Da qui inizia l’incubo, dal continuativo stalking fino all’immagine terrificante sul muro del garage della lettera ‘L’ inserita in un quadrato che stava a significare “Lucia in trappola”.
Ogni giorno le succedeva qualcosa di terribile, per colpa di Luca.
Uno di questi fu determinante per Lucia. L’acido è arrivato all’improvviso con un colpo ferale al volto. <<Bruciava- ha detto Lucia-come le uova quando friggono in padella>>. Quel giorno ha cambiato per sempre la sua vita. Trasportata d’urgenza al centro ustioni di Parma ebbe una permanenza terribile, un dolore insopportabile e una guarigione lunga e difficile con ben 18 interventi di chirurgia plastica, di innesti di pelle prelevati dal suo interno coscia.
Un volto nuovo ma un volto difficile da accettare infatti Lucia,inizialmente, porta la maschera.
Al ritorno a casa la necessità di ricostruirsi una nuova vita.
<<Sono pronta -disse nella sua prima dichiarazione al Corriere della sera-Del resto sarò un’altra Lucia per tutta la vita, non posso continuare a nascondermi. Il 18 settembre compio 36 anni e per me questo sarà anche l’anno zero. Rinasco. Ricomincio tutto daccapo con la mia nuova faccia, con il naso un po’ così, con gli occhi fra l’orientale e la riempita di botte, con le sopracciglia da tatuare e la bocca buona per sorridere, finalmente, dopo l’ultima operazione. Ma posso fare di meglio e di più. Sono sicura che so fare di meglio e di più».
La bellezza che ad oggi interessa Lucia é quella interiore, quella che ognuno ha nel profondo. Lei è riuscita ad accettare la persona che è diventata.
Non è amore sentirsi annientate psicologicamente.
Ogni forma di violenza subita non é per colpa di chi la subisce ma di chi l’ha commessa.
L’amore non può tollerare nessuna forma di violenza.
Varani Luca e i suoi complici sono stati condannati il primo a 23 anni, i restanti a 14 anni con annessa espulsione dal paese.
Lucia è una guerriera. Lucia ha avuto la forza di rinascere, ha avuto la forza di rimanere in piedi durante la bufera.
Oggi Lucia è diventata la voce di tutte le donne che non possono parlare.
Lucia è il simbolo che la violenza, anche se atroce, si può combattere.