Referendum Trivelle. Tutto resta come prima.

di Asmara Bassetti

Nonostante la campagna che attivisti, ambientalisti ma anche liberi cittadini hanno intrapreso negli ultimi tempi, il quorum non è stato raggiunto, e tutto quindi resta come prima. Ovvero le piattaforme esistenti in mare, tra Adriatico, Ionio  nel Canale di Sicilia, in possesso già delle concessioni, possono andare avanti estraendo gas e petrolio quindi senza limiti di tempo, come la legge di stabilità del governo permette di fare. La vittoria del SI avrebbe invece posto dei limiti temporali ai giacimenti.

A livello locale, la percentuale – che per l’intero stivale si è assestata al 31,19% – è rimasta più o meno allo stesso livello in molti paesi della costa da Paola ad Amantea, oscillando dal 27,63% di Falconara Albanese, con 315 SI, al 29,51% di Fiumefreddo Bruzio con 681 SI. Passando per il 29,87% di San Lucido e il 29,90% di Paola, fino al 30,66% di Belmonte Calabro, al 32,12% di Amantea, e “prima della lista” Longobardi con il 34,23%, il quale comune aveva espresso con una delibera di giunta di volersi schierare dalla parte “No triv”.

Grazie ai rappresentati di lista, le irregolarità non sono passate inosservate. Emanuele Carnevale, del Partito di Rifondazione Comunista, ieri mattina ha reso noto una gravissima mancanza di giustizia avvenuta proprio nella città di San Francesco. Numerosi cittadini che si erano recati di prima mattina ai seggi di Tenimento e Sotterra, due noti quartieri di Paola, si sono trovati davanti a porte e cancelli chiusi, senza che alcuna comunicazione fosse stata affissa per informare i votanti sulle due sezioni, accorpate da tempo, la prima a Fosse, e la seconda a San Salvatore.

«Abbiamo provveduto oltremodo anche noi personalmente, predisponendo in prossimità dei locali ospitanti da tempo i suddetti seggi elettorali, cartelli informativi per orientare gli elettori evidentemente smarriti.  Al di là di tutto resta un dato politico cogente: l’amministrazione comunale ha toppato – dichiara a mezzo stampa Carnevale – Bastava ad esempio difatti predisporre il classico giro con l’auto per informare attraverso gli altoparlanti la cittadinanza, in modo tale da evitare disguidi e disagi. Da Sotterra a San Salvatore la distanza non è breve; probabilmente per questa negligenza informativa molti elettori sono stati spinti a rinunciare alla volontà di esprimersi sul quesito referendario.»

Ma i disagi nella cittadina non si sono fermati qui. Presso il comune infatti, c’è chi ha atteso parecchio tempo prima di ricevere la tessera elettorale. Conclude così indignato Emanuele Carnevale «Resta in ultimo una domanda retorica volta a far riflettere la popolazione tutta: se le elezioni in questione fossero state quelle amministrative, con quanti e quali mezzi gli amministratori avrebbero risolto le problematiche qui brevemente esposte?»

In ogni caso, tutto resta come prima. E gli italiani, che ogni giorno sui social proclamano di essere rivoluzionari e pieni di ideali, hanno lasciato che le urne fossero deserte.