In data 22 marzo 2018 è stato pubblicato in Gazzetta il decreto legislativo 21/2018, in vigore dal prossimo 6 aprile, contenente disposizioni di attuazione del principio di delega della riserva di codice nella materia penale a norma dell’articolo 1, comma 85, lettera q), della legge 23 giugno 2017, n. 103.
Il decreto attuativo della riforma Orlando mira ad una riorganizzazione e razionalizzazione della materia penale attraverso la concreta applicazione del principio della cd. riserva di codice, con il chiaro intento di rimettere al centro dell’intero ordinamento penitenziario il codice penale.
Migliore conoscenza dei precetti e delle sanzioni ed effettività della funzione rieducativa della pena sono i principali obiettivi perseguiti dal legislatore.
Con tale provvedimento, composto da 9 articoli, si vuole dunque limitare una proliferazione legislativa penale disordinata e disomogenea; l’art. 1 in particolare, introduce il nuovo art. 3-bis c.p. rubricato “Principio della riserva di codice”, secondo cui «nuove disposizioni che prevedono reati possono essere introdotte nell’ordinamento solo se modificano il codice penale ovvero sono inserite in leggi che disciplinano in modo organico la materia».
Viene poi operata una traslazione di norme dalla legislazione complementare all’interno del codice penale, con contestuale abrogazione delle disposizioni esterne.
Diverse sono infatti le nuove fattispecie di reato – aventi ad oggetto la tutela di beni di rilevanza costituzionale – che sono state introdotte nel codice penale e precedentemente previste da disposizioni di legge ad hoc. Esse riguardano, nello specifico, la tutela della persona, la tutela dell’ambiente, del sistema finanziario, nonché disposizioni in materia di ordine pubblico, con riferimento alle associazioni di tipo mafioso ed ai delitti con finalità di terrorismo (e altri gravi reati) e misure di sicurezza quale la cd. confisca in casi particolari.