Gli Scout alla Fiera di San Giuseppe portatori di latte, caffè, sorrisi e gentilezza…, bene raro e straordinario

Servire: il motto delle scolte e dei rover, vale anche alla Fiera di San Giuseppe

Alcuni scolte e rover (ragazze e ragazzi scout dai 16 ai 21 anni) appartenenti a diversi gruppi dell’AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) cosentini, quali il Cosenza 1, il Cosenza 2, il Cosenza 3, Cosenza 4 e di alcuni paesi limitrofi Mendicino, Castrolibero e Celico, da sabato hanno offerto la loro presenza per servire la colazione agli ambulanti che rendono bella, allegra, colorata la nostra Fiera di San Giuseppe.  Non sono soli ma affiancati da altre associazioni che del volontariato fanno la loro missione il loro incipit.

Tanti adulti lamentano la diseducazione dei giovani, il poco interesse verso la comunità o i problemi odierni. A volte vengono definiti quasi con disprezzo la Mobile Generation, i giovani iperconnessi che adottano comportamenti di ricerca e acquisto di prodotti, e interazione con i brand sempre più fluidi, senza una vera linea di demarcazione tra quello che è l’ambiente digitale e quello circostante. Ma forse proprio grazie a questa mancata demarcazione e a questa vasta esposizione non sorprende il fatto che siano a loro agio con tutti i tipi di diversità, inclusa quella geografica.

Forse questi ragazzi, i ragazzi che vanno in giro con i calzoncini di velluto blu, la camicia azzurra e un fazzolettone al collo con un motto che li contraddistingue: “Servire” che per loro significa osare il futuro sono obbligati a chiedere a se stessi l’impegno di avere voglia di lasciare davvero il mondo un po’ meglio di come lo hanno trovato. Questi ragazzi e ragazze che a volte sembra affrontino la vita in modo scanzonato perché quando si incontrano hanno sempre il sorriso stampato sul loro viso, un viso e uno sguardo aperto e fiero, sanno che per lasciare il mondo un po’ migliore occorre partire dal cambiare se stessi. Significa portare sul proprio volto la scritta che la vita ha un senso e che è bello giocarsela. Il servizio è una occasione da sfruttare, una grande palestra di crescita, un impegno da prendere per la vita.

Oggi facevano a gare per offrire e servire un bicchiere di latte, una brioche o il pasto, per chi osserva il Ramadan e che avrebbe mangiato solo dopo le 20,00. E quando hanno visto il bimbo con la tutina intera grigia, si sono avvicinati tutti per regalargli un sorriso, una parola, il latte, ma soprattutto per riempirsi il cuore di quell’innocenza e apertura alla meraviglia e al gioco che veniva proprio da chi è più piccolo di loro ed è costretto a vivere e dormire in una tenda non per scelta ma per necessità.

Essere Scout vuol dire anche voler riempire il proprio cuore di meraviglia.

Generazione Z, grazie per i vostri sorrisi e la vostra apertura al mondo, alla vostra disinvoltura nel vivere le diversità tutte, comprese quelle geografiche.

L. C.