Si è celebrato a Milano, presso il Museo della Permanente di Via Turati, dal 15 al 20 Ottobre, il prestigioso Premio Cairo – The new talents of contemporary art, evento che celebra l’arte contemporanea, giunto alla sua 23esima edizione.
Quello del Premio Cairo è un appuntamento imperdibile con l’arte contemporanea, nato per volontà dell’editore Urbano Cairo di valorizzare la giovane arte italiana; Partendo dalla pittura, considerata linguaggio attualissimo, il Premio Cairo mette in luce dal 2000 le nuove tendenze della figurazione anche in scultura, videoarte, fotografia e arte digitale.
Il Premio Cairo, organizzato dal mensile ARTE di Cairo Editore diretto da Michele Bonuomo, è ormai riconosciuto come un importante trampolino di lancio a livello nazionale ed internazionale che offre agli artisti la duplice occasione di consolidarsi nel panorama artistico e di vivere una grande esperienza.
Sono 20 i giovani talenti che vengono selezionati anno dopo anno dalla redazione di ARTE e sono chiamati a realizzare per l’occasione opere inedite, valutate da una Giuria di altissimo profilo quest’anno presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima Fondazione di Torino; Luca Massimo Barbero, direttore Istituto di Storia dell’Arte-Fondazione Giorgio Cini di Venezia; Ilaria Bonacossa, direttrice del Palazzo Ducale di Genova; Bruno Corà, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello; Lorenzo Giusti, direttore Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (Gamec) di Bergamo; Gianfranco Maraniello, direttore Polo Museale del Moderno e Contemporaneo del Comune di Milano; Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; e infine il maestro Emilio Isgrò, inventore della “cancellatura”, uno dei protagonisti italiani più autorevoli a livello internazionale nel mondo dell’arte contemporanea.
Ad aggiudicarsi il 23°Premio Cairo è stata l’opera Self Neural Portrait del giovane artista Giuseppe Lo schiavo, in arte GLOS, classe ’86 originario di Pizzo Calabro (VV), vive e lavora tra Milano e Londra.
L’opera è stata scelta dalla giuria “per il complesso e rigoroso lavoro che si pone come punto d’incontro tra pratica artistica e sapere scientifico realizzando un’immagine sintetica e innovativa in cui alle onde del mare (il mondo esteriore) fanno da contrappunto quelle cerebrali (il mondo interiore), onde entrambe ingovernabili”. Il giovane artista Giuseppe Lo Schiavo si aggiudica il premio di 25 mila euro e la sua opera entra a far parte della Collezione Premio Cairo.
L’opera vincitrice del 23° Premio Cairo si apre quindi ad un nuovo linguaggio di comunicazione, quello della Sintografia altrimenti detta “fotografia sintetica”, ovvero una tecnica che non utilizza il tradizionale apparecchio fotografico, bensì metodi basati su complesse simulazioni 3D elaborate dal computer.
In Self Neural Portrait si può osservare un mare impetuoso che incombe fuori da una finestra spalancata, minacciando l’apparente calma di un davanzale su cui sono disposti un vaso di fiori bianchi al centro, un’enigmatica sfera riflettente sull’estremità destra, ed un sapone antibatterico “Soul wash” sul lato sinistro, che sull’etichetta assicura: il 90% dei batteri vengono cancellati ma risolve solo lo 0,1% dei tuoi problemi.
Nelle intenzioni dell’artista, l’opera racconta l’ansia sociale e impossibilità di far fronte alle sfide del mondo contemporaneo, impossibilità cui rispondiamo con rassegnazione e con strategie inefficaci che hanno il solo scopo di distaccarci dalla realtà.
Completa l’opera un piedistallo su cui vi è un elettroencefalogramma “Warning”, realizzato da Alberto Sanna, direttore del Centro di ricerca sulle tecnologie avanzate del San Raffaele di Milano, realmente eseguito sull’artista stesso mentre osserva l’immagine da lui prodotta, suggerendo così un parallelo tra le onde del mare e quelle cerebrali, tra il furioso mondo esterno e il più sfuggente, ma altrettanto ingovernabile, mondo interiore.
Articolo e foto di Settimio Martire