A Milano la mostra SGUARDI DIVERSI – Quando i robot incontrarono gli antichi Dei

Presso la Fondazione Mudima di Via Tadino 26 a Milano è possibile visitare gratuitamente la mostra dell’artista Ale Guzzetti “SGUARDI DIVERSI – Quando i robot incontrarono gli antichi Dei”, a cura di Gino Di Maggio, che ripercorre quarant’anni di ricerca tra arte interattiva e robotica,.

Ale Guzzetti, nato a Tradate (VA) nel 1953 è stato tra i primi artisti in Italia a sondare il binomio tra arte e tecnologia. A partire dai primi anni Ottanta ha intrapreso una proficua ricerca creativa volta ad esplorare i territori dell’arte elettronica ed interattiva, fino ad addentrarsi nelle potenzialità della robotica ed infine nella stampa 3D e scansioni digitali.

Il lavoro di Ale Guzzetti si propone di far convivere arte e scienza aprendo – tra i primi artisti al mondo – un nuovo percorso artistico in cui i materiali utilizzati diventano essi stessi linguaggio specifico. Sono opere interattive, ma a differenza di quanto già accaduto nella storia dell’arte, le sue creazioni sono autonome. È il caso dei suoi lavori più recenti dedicati alla robotica, in cui le sculture non sono solo osservabili, ma a loro volta ci osservano, o osservano altre sculture. Per gli esseri umani è una situazione nuova, forse inquietante, perché non siamo ancora preparati a dialogare, per lo meno con lo sguardo, con una presenza artificiale. Ma la presenza c’è e come, e fin da subito dobbiamo, noi umani, decidere se prestarci a un gioco a cui ancora non siamo pronti” è il commento del curatore Gino Di Maggio.

L’esposizione allestita presso gli spazi della Fondazione Mudima racconta con oltre 25 opere quello che è il labile confine tra classico e moderno, mondo naturale ed artificiale, passato e presente, in un tripudio di “organismi tecnologici” disseminati per le sale che si animano alla vista dello spettatore, coinvolgendolo ed invitandolo alla partecipazione ed alla scoperta.

Scoperta come nel caso della serie Robot Portraits (2013/2015), otto grandi cornici colorate che racchiudono al loro interno altrettante caricature robotiche di personaggi famosi quali Dante, Cleopatra, Pinocchio ed altri, tutti caratterizzati da occhi tecnologici che ammiccano o si stupiscono, scrutano ogni movimento sovvertendo quella che è la tradizionale fruizione di un’opera in una galleria. 

Più complessa ed articolata risulta l’opera Affective Robots – Impossibile Kiss (2012) che accoglie il visitatore al secondo piano della Fondazione Mudima, in cui due volti umanoidi trasparenti iniziano una danza meccanica tentando di entrare in contatto come due amanti colti nell’atto di scambiarsi un bacio.  Ancora una volta sono gli occhi l’elemento che permette al visitatore di immedesimarsi nei due dispositivi artificiali. I loro occhi sono simili a quelli umani, ma diversi per la linea dello sguardo: nell’uomo orizzontale nei robot verticale. Completano la serie altre due opere che mettono in relazione una riproduzione in gesso di un’opera classica ed un umanoide. 

Tra i lavori più recenti di Ale Guzzetti, Quando i robot incontrarono gli antichi Dei, si approfondisce ulteriormente il tema dell’ibridazione tra forme classiche e tecnologie avanzate: con Muse (2020) statue stampate in 3D riproducono busti e volti classici ma potenziati da visori, schermi e device di ultima generazione, una metafora che fa riflettere su come l’uomo del nuovo millennio sia ormai incapace di percepirsi senza ausilio tecnico; Si spazia poi dalla Medusa Rondanini (2017) fino a raggiungere i Cyborg (2020).

Due grandi installazioni completano il percorso espositivo, trattasi de Il Bosco delle Ninfe (2020-2022) e 100 voices choir (2019). Il Bosco delle Ninfe è un’opera complessa, composta di ventidue riproduzioni di statue greche, fortemente alterate nelle proporzioni per incarnare plasticamente la distorsione delle immagini, un tema centrale dell’era digitale. Queste statue oblunghe, simili a tronchi, formano una foresta, un luogo che da sempre attrae l’uomo con il suo fascino mistico e simbolico. In questa foresta di statue stampate in 3D si percepiscono a volte voci, altre volte urla, tutte campionate e distorte dal musicista Bruno De Franceschi. Ed è così che le forme arboree di Guzzetti, inquietanti ed ironiche, iniziano ad emettere suoni quando captano i movimenti dei visitatori, il tutto sotto l’occhio vigile della testa di Polifemo e del dio Hypnos. 

La commistione tra arti plastiche e suono, intesa come medium per amplificare l’interattività delle opere, è una delle cifre stilistiche di Ale Guzzetti, che nel suo percorso di formazione si è interessato alla composizione e alla musica elettronica conducendo ricerche con Goffredo Haus al Politecnico di Milano. L’esempio più emblematico e complesso presente in esposizione è 100 voices choir, un coro di cento bocche e orecchie, lungo ben 15 metri che, al passaggio del visitatore, riproduce motivi sonori generando una contaminazione uditiva sempre diversa.

La mostra Sguardi Diversi – Quando i robot incontrarono gli antichi Dei è visitabile ad ingresso libero, presso la Fondazione Mudima (Via Tadino, 26, Milano) dal 6 maggio fino al 6 giugno prossimo, con orari dal Lunedì al Venerdì 11-13 / 15-19. Sabato e Domenica: Chiusa.

Articolo e foto di Settimio Martire