Una collaborazione prestigiosa, finalizzata a declinare in maniera innovativa ricerca e produzione artistica. Mercoledì 1 ottobre, a partire dalle ore 17, nella cornice del MAXXI di Roma, le studentesse RUFA del Dipartimento di arti visive e della Yale University inviteranno il pubblico a interrogarsi sul concetto di potere, desiderio e sorveglianza attraverso le loro performance. RUFA e Yale sono pronti a dare forma e sostanza ad un progetto che si focalizza sulla formazione, sulla creatività e sul talento delle nuove generazioni.
L’evento, curato da Elise Morrison, professoressa associata della Yale University e dalla docente rufa Marta Jovanovic, è intitolato “Performance Cluster”. «Si tratta – spiega la stessa docente – dell’appuntamento annuale di RUFA dedicato alla performance art: un contesto in cui gli studenti presentano opere che indagano il corpo, la mente e gli spazi fisici e concettuali che ci circondano. Radicata nell’esperienza vissuta, attraverso il corpo, il pensiero e il tempo, la performance si fa laboratorio aperto di ricerca e sperimentazione».
«Negli anni – evidenzia il direttore RUFA, architetto Fabio Mongelli – Performance Cluster si è affermato come uno degli eventi più rilevanti del Dipartimento di arti visive RUFA. Il processo creativo pone al centro dell’azione il pensiero degli studenti e delle studentesse per unire l’indagine di nuove idee e tecniche con la realizzazione di opere d’arte e prodotti culturali».
L’edizione 2025 di “Perfomance Cluster” si sviluppa sul tema “Discipline / Desire / Surveillance” e prende ispirazione dal libro di Elise Morrison “Discipline and desire: surveillance technologies in performance art”. In questo volume la scrittrice analizza come le tecnologie di sorveglianza, dai droni alle telecamere a circuito chiuso, fino al riconoscimento facciale, plasmino la comunicazione, l’intrattenimento e il controllo nella società contemporanea. Strumenti percepiti spesso come simboli di potere e disciplina, ma che possono essere ribaltati, trasformandosi in mezzi per “rivolgere lo sguardo” al potere stesso.
Nove artiste internazionali — Vanshika Agrawal, Sofia Arredondo, Anna Fischnaller, Alice Kasdan, Abigail Murphy, Bianca Polakova, Kateryna Sopielkina, Nadia Vallino e Julia Vasconcelos — daranno corpo a questa esperienza, partendo da un quesito semplice e immediato: come possono le artiste incrinare e ripensare le strutture dominanti della disciplina e del desiderio? In che modo le tecnologie di sorveglianza possono diventare strumenti di comunicazione reciproca, invece che di controllo unilaterale? «Attraverso azioni sospese tra rischio e libertà – conclude Marta Jovanovic -queste donne trasformano le stesse tecnologie che ci osservano in strumenti artistici vivi e pulsanti, lasciando allo spettatore una domanda aperta: chi osserva chi? Un progetto aperto, tra presente e futuro, da vivere».
«Un evento di grande rilevanza – racconta Melany Parasole, amministratrice delegata di RUFA – che rafforza il respiro internazionale dell’Accademia, sempre più proiettata verso il mondo e pronta a restituirne una visione originale e inedita. La collaborazione con la Yale University è il segno di un dialogo autentico tra culture, un ponte che attraversa confini per esplorare i linguaggi più attuali e vibranti dell’arte contemporanea».