Al mio amico Alessandro, che non devo e non posso ricordare solo oggi.
Si è vero la Giornata dell’Autismo è stata istituita per sensibilizzare e per accrescere la consapevolezza su una sindrome che a volta è muta e non immediatamente visibile, ma come Marco ci sono tanti altri ragazzi, ragazze, bambini e bambine che vivono la loro unicità.
Francesco è uno studente prossimo alla maturità, eccezionale nell’arte grafica, eccezionale nell’arte mnemonica, conosce ogni parola, ogni inflessione di alcuni cartoni animati che ama vedere, ma anche le parole di skech che fanno ridere, e, a suo modo tende a ricordarli e raccontarli per far ridere. Ha si le sue stereotipie, cammina avanti e indietro, non si fida di primo acchito, non ti fa toccare le sue cose, dice immediatamente ciò che deve dire, senza veli e senza peli sulla lingua, però ha un enorme senso di lealtà.
Lo conosco ormai da 4 anni e pian piano abbiamo iniziato a fidarci l’uno dell’altro, io non avevo bisogno di imparare a fidarmi, ma, lui si ha avuto bisogno di tempo per imparare a conoscermi e per imparare a lasciarsi andare. Mi racconta di quando discute con i suoi genitori o i suoi amici, mi confida quanto male c’è rimasto quando con un appellativo è stato canzonato, quanto fastidio ha dovuto sopportare quando a quella festa hanno messo la musica a palla, e quanto c’è rimasto male quando all’interrogazione d’inglese la prof gli ha detto che non si era espresso correttamente, e, non si da pace se lo studio di un pomeriggio può bastare per andar bene alla successiva interrogazione.
Con gli occhi spalancati e mentre va avanti e indietro mi chiede di rassicurarlo che l’indomani ce la farà a superare la prova. E non è facile convincerlo.
Ma Giovanni è un vero gentlemen inglese, sicuramente merito della mamma che gli ha insegnato ad essere gentile e sempre molto educato, si rivolge sempre in modo carino e riempiendoti di complimenti a premessa della richiesta che deve fare.
William, oggi, sa che appena mi vede deve darmi un bacio, pian piano abbiamo raggiunto questa intesa, sa che il suo bacio per me rappresenta un dono preziosissimo, sa che gioco ad accumularli perché sono un gran tesoro e che li spenderò quando sarà grande e avrò più difficoltà a vederlo perché oramai non avrà più bisogno del mio supporto.
E questo tesoro lo utilizzerò per aiutare altri ragazzi e ragazze a farmi conoscere la loro unicità, la loro vera e grande personalità, il ricordo di questi meravigliosi baci mi permetterà di non abbattermi quando non sarò riuscita a scardinare in prima battuta le difficoltà di farmi accettare e permettermi di entrare nel loro mondo, di poter vedere con i loro occhi e sentire con il loro cuore…, la potenza di un bacio dopo l’altro accumulati in 4 anni….
La notte di Pasqua, Gregorio, dopo la Messa, si è avvicinato per farmi gli auguri e mi ha stretto in un abbraccio che pochi suoi coetanei riescono a dare.
Alessandro, Francesco, Marco, Gregorio, Giovanni e tanti altri, sono, si, speciali nella loro unicità, ma forse oggi abbiamo bisogno di loro per accrescere maggiormente la nostra consapevolezza e la loro presenza è necessaria per sviluppare e sostenere la cultura dell’unicità e non della diversità.
E proprio per non ridurci a ricordare che l’Autismo esiste solo il 2 Aprile, e che ogni ragazzo è unico e non diverso, l’ Associazione Mettiamoci in Gioco vi aspetta il 9 Aprile a Spezzano per fare insieme dei piccoli laboratori…
L.C.