Nelle prestigiose sale del The Westin Palace Hotel di Milano, si è svolta terza edizione della rinomata rassegna enologica “Enozioni 2020” organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier della Lombardia.
Enozioni 2020 è il grande evento AIS Lombardia con cui l’associazione si apre al nuovo anno, celebrando, attraverso un ricco calendario di approfondimenti, degustazioni e banchi di assaggio, l’unico ed indiscusso re delle tavole e dei territori: il vino.
Tra gli eventi che hanno caratterizzato l’edizione 2020 di Enozioni c’è Vi.Te, l’evento che riunisce tutti i produttori di vino naturale, ovvero quelli che fanno del rispetto dell’ambiente, del territorio e del vigneto il loro credo, per dare vita ad un vino che definire artigianale è riduttivo.
“Il vino naturale è un vino coerente soprattuto con le scelte di vita, che hanno trovato espressione e traduzione nel lavoro in vigna ed in cantina – fanno sapere gli organizzatori – Un inno all’agricoltura biologica e biodinamica, poesia del vino naturale e artigianale”.
Si tratta infatti di prodotti di alta qualità che tuttavia sono lontani dalle logiche dei meccanismi industriali, prodotti che rimettono al centro del processo produttivo il valore del rapporto tra uomo e natura. Proprio in quest’ottica è stata organizzata per il secondo anno consecutivo la degustazione delle eccellenze vitivinicole, in modalità “vis à vin”, per conoscere sia il vignaiolo che la vite, il prodotto ed il produttore, senza dimenticare l’ambiente in cui la migliore uva viene trasformata in vino di qualità.
In questo viaggio alla scoperta dei terroir della penisola vi erano a disposizione circa 35 etichette, che da Nord a Sud portano alla scoperta dei nomi di riferimento della viticoltura italiana appartenenti all’associazione Vi.Te – Vignaioli e Territori.
Il nostro viaggio è partito dalla Sicilia, ed in particolare dalla cantina Porta Del Vento di Marco Sferlazzo, che a Camporeale (PA) ha riscoperto uno tra i vitigni autoctoni siciliani più antichi, il Perricone, miscelato al Nero d’Avola per dar vita al Maquè Rosso. Nero d’Avola e Perricone fermentano per dieci giorni in vasche di cemento e l’affinamento viene fatto in botti di rovere – ci racconta il vignaiolo.
Risalendo lo stivale arriviamo in Calabria dove la cantina A’ VITA di Francesco De Franco ci accoglie con due splendidi vini 100% Gaglioppo, in particolare il Cirò Rosso Classico Superiore ed il Cirò DOC Rosso Riserva. Il territorio di riferimento è quello delle colline di Cirò, affacciate sul Mar Ionio e sulle colline della Sila. Da questo terroir a fine settembre vengono raccolte le uve del Gaglioppo e portate a macerazione per 5 giorni. Nel Cirò Rosso Classico Superiore le fermentazioni sono spontanee (lieviti indigeni) e l’affinamento viene fatto il acciaio per 18 mesi. La riserva viene ottenuta invece dalla vigna più vecchia, esposta a nord dove si raccoglie il Gaglioppo nella prima settimana di Ottobre. La macerazione di un mese permette di estrarre il vino fiore per poi essere affinato in legno per un anno. L’affinamento continua in bottiglia, e viene commercializzato a 4 anni dalla vendemmia.
Il “vis à vin” prosegue alla volta dell’Abruzzo, dove a Controguerra (TE) ha sede la Società Agricola Bossanova. Siamo a 250 metri sul livello del mare ed Andrea e Nat in biodinamica producono tre tipologie di vini: il Trebbiano, il Cerasuolo ed il Montepulciano. Partiamo dal Trebbiano d’Abruzzo 2018, un vino ottenuto da fermentazioni spontanee (che dopo quattro mesi in anfora completa il suo affinamento in botti di cemento vetrificato), proseguiamo con il Cerasuolo D’Abruzzo 2018, ottenuto dalla vinificazione in bianco del Montepulciano per terminare con il rosso Montepulciano d’Abruzzo DOC. Anche in questo caso le fermentazioni spontanee e l’affinamento in cemento vetrificato regalano quell’equilibrio che lo rendono piacevole da bere.
Ci si sposta poi in Veneto, ed in particolare nei territori della Valpolicella “allargata” dove ha sede l’Azienda Agricola Corte Sant’Alda di Marinella Camerari. Diversi vigneti per creare diverse tipologie di vini – perché un vino nasce e non si fa – tendono a precisare i vignaioli – tutte le uve vengono raccolte a mano nel momento ottimale di maturazione, costringendo, talvolta, ad effettuare diversi passaggi nei vigneti – proseguono.
La prima degustazione, una Garganega 2018, è stata una piacevole scoperta che cavalca la scia degli Orange Wines. Tra le sue peculiarità 40 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione e affinamento in vasche piramidali di cemento vetrificato. Il risultato è Inti, un vino non filtrato dal carattere deciso e dal gusto minerale con note di frutta esotica.
Il rosato Agathe 2018 viene prodotto dalle uve Molinara ed ha la particolarità di macerare 4-5 giorni sulle bucce e completare l’affinamento in anfora toscana fino al momento dell’imbottigliamento.
Nella terra della Valpolicella il vino che fa gli onori di casa è il Ca’ Fiui Valpolicella 2018, prodotto dal sapiente mix di uve Corvina Grossa, Corvina Veronese, Corvinone, Rondinella, Croatina, Molinara e Rossara. Una macerazione di 10-15 giorni ed affinamento in tini da 6 a 10 mesi. Terminiamo la scoperta di questa cantina con l’Amarone della Valpolicella 2013, dato dal sapiente dosaggio di uve Corvina, Rondinella e Cofvina Rossa e l’affinamento in botti di rovere per un periodo non inferiore a tre anni.
Chiudiamo il nostro tour in Piemonte, con l’azienda agricola San Fereolo di Nicoletta Bocca, attiva dal 1992. Il Dogliani 2012 è prodotto con uve Dolcetto provenienti da antichi vitigni di età tra i trenta ed i sessant’anni, con macerazione lunga a cappello sommerso e affinamento in rovere per oltre un anno. Diversa è invece la vinificazione del Austri 2012, prodotto dai vitigni della Barbera con macerazione sulle bucce per 4-5 giorni e affinamento in legno per 16 mesi ed ultimo passaggio in acciaio di un anno. Terminiamo la visita a Vi.Te ed all’azienda agricola San Fereolo con il 1593, un Dolcetto Dogliani Superiore Doc 2008 che fa affinamento in tonneaux da 7 ettolitri e tre anni in botti di rovere di Slavonia.