
Il Consiglio di stato, nel rigettare l’appello proposto dal Comune di Benevento contro la sentenza del Tar che annullava le deliberazioni dell’Ente, nella parte in cui vietavano, nei locali in cui si svolge il servizio di refezione scolastica, il consumo, da parte degli alunni, di cibi diversi da quelli forniti dalla dita appaltatrice del servizio, ha sancito l’inviolabilità della scelta alimentare quale espressione della libertà individuale.
La scelta alimentare, come si legge nel provvedimento n. 5156 del 3 settembre scorso, è una scelta che – salvo non ricorrano dimostrate e proporzionali ragioni particolari di varia sicurezza o decoro – è per sua natura e in principio libera e si esplica vuoi all’interno delle mura domestiche, vuoi al loro esterno: in luoghi altrui, in luoghi aperti al pubblico, in luoghi pubblici.
Secondo i supremi giudici amministrativi, il regolamento con cui il Comune di Benevento aveva vietato il consumo a scuola di pasti portati da casa, non soltanto aveva limitato in maniera del tutto illegittima l’autonomia dei dirigenti scolastici, interferendo con una circolare del MIUR che riconosce il diritto degli alunni di consumare il cibo portato da casa, per quanto aveva ingiustamente violato una libertà fondamentale dell’individuo.